Mindfulness per persone indaffarate

                           Mind the Gap 

Il significato di mindfulness viene da un passato molto lontano. Affonda le sue radici nella tradizione buddista. Per qualche migliaio di anni la cultura e la religione buddista hanno esplorato le potenzialità della meditazione, coltivando l’attitudine alla consapevolezza e alla piena accettazione della realtà per quella che è. 

Con l’idea che solo una conoscenza lucida e chiara della realtà presente possa essere la base su cui costruire un cambiamento, un miglioramento.




 


Probabilmente a qualcuno evoca di essere seduto in terra con le gambe incrociate, gli occhi socchiusi.

Si chiama pratica formale: mi metto con la precisa intenzione di dedicare una certa quantità di tempo alla meditazione e non faccio niente altro che non sia cercare di esercitare l'attenzione e la consapevolezza, spesso attraverso l'ascolto del respiro.

Ma possiamo anche coltivare la presenza mentale, attenzione e consapevolezza in qualsiasi altro momento della giornata, senza bisogno di sospendere le nostre attività quotidiane.

Tuttavia il cervello non è capace di dedicare attenzione a più attività nello stesso momento. Quando abbiamo la sensazione di fare diverse cose assieme in verità non facciamo altro che spostare la nostra attenzione della mente da una attività all'altra molto velocemente.

Il lavoro d'ufficio spesso è fatto così: apri un file, scrivi tre righe, poi arriva una telefonata e per risolvere la cosa devi andare a cercare dei documenti. Chiusa la telefonata guardi le e-mail e finalmente è arrivata una risposta che ti serve per un lavoro che avevi lasciato in sospeso.

Anzi è l'esatto contrario: si tratta di focalizzare l'attenzione e costruire piccole isole di quiete e concentrazione nel corso della giornata, mentre siamo impegnati in attività del quotidiano.

Sotto la doccia

Presenza mentale sotto il getto d'acqua bollente mentre il box doccia si riempie di vapore. Hai l'occasione per un momento di intimità con te stesso. Ma la tua mente nel frattempo cosa fa?

Continua a vagare. Non che ci sia qualcosa di male in questo. Anzi, a volte, lasciando vagare la mente in un momento di relax può succedere di avere all'improvviso idee interessanti e di trovare soluzioni originali a qualche problema.

Spesso però non siamo affatto rilassati, e la nostra mente più che vagare liberamente si mette a rimuginare. Ripensi a un problema di lavoro, o a quel collega insopportabile e ruffiano. Oppure pensi con preoccupazione alle troppe cose che devi fare: portare il cane dal veterinario, chiamare l'idraulico, ritirare i vestiti in lavanderia.

Insomma: sei completamente nudo, nel tuo bagno, ed è come se avessi spalancato la porta e avessi invitato tutti a entrare: il cane, il veterinario, l'idraulico e pure il collega antipatico. Sono tutti lì con te mentre fai la doccia.

Concentrati sul corpo e sulle sensazioni. Senti il getto sulla testa e sulle spalle. L'acqua e i vapore (se stai facendo una doccia calda) che ti avvolgono. Ascolta che rumore fa l’acqua che esce dal soffione, rimbalza sul tuo corpo e poi finisce sul piatto della doccia e di lì nello scarico. Metti un po' di sapone sul palmo della mano e assaporane il profumo e la consistenza, prima di passarlo sulla pelle massaggiandone con cura ogni centimetro.

Fare la doccia in questo modo non vuol dire metterci più tempo. Se hai fretta non è necessario indugiare. Ci puoi mettere esattamente lo stesso tempo che impieghi normalmente. Solo che invece di stare dietro alle trasmissioni confuse di radio mente ti concentri su quello che stai effettivamente facendo.

Aspettare qualcosa o qualcuno

Non c'è nulla di più snervante delle attese. Aspettare che arrivi il bus o la metro. Peggio ancora fare la fila dal dottore o alla posta. O restare incastrati nel traffico.

Le nostre giornate sono sempre piene. Abbiamo mille cose da fare, impegni da rispettare. Non ci piace essere costretti all'inattività perché un autobus è in ritardo o perché altre 20 persone prima di noi hanno deciso che era il giorno giusto per andare alle poste.

Sbuffiamo, diventiamo insofferenti, ed è facile che si inneschino nel nostro organismo le tipiche reazioni allo stress: la pressione del sangue che sale un po’, una leggera accelerazione del battito cardiaco, il respiro che diventa più affrettato e superficiale.

È possibile invertire questo picco di stress approfittando della pausa forzata per fare un po' di meditazione.Non c'è bisogno di sedersi per terra, di chiudere gli occhi né di fare altro che possa farci sentire a disagio in un luogo pubblico.

Basta rivolgere con dolcezza l'attenzione al respiro, senza forzarlo, cercando di allenare la consapevolezza. Cosa stiamo provando? Come reagisce il nostro corpo all'imprevisto? Come si manifesta l'irrequietezza nel corpo e nei pensieri?

Invece di innervosirci, proviamo a rivolgere a noi stessi una calda attenzione ascoltandoci respirare, ritrovando il nostro centro, o semplicemente imparando a stare con quel che c'èin quel momento.

Possono bastare pochi minuti per ritrovare la calma. E allora diventa piacevole approfittare di quella pausa forzata per osservare il mondo attorno a noi: l'ambiente, le persone, i loro discorsi. O se sei all'aperto: com'è il cielo in questo momento? Cosa sento sul viso? Il tepore dei raggi del sole? Il fresco del vento? L'umido della pioggia?


Preparare il tè

Se hai deciso che è venuto il momento di fare un buon tè, probabilmente è perché ritieni che sia il momento di una pausa.

Spesso però tendiamo a riempire queste pause di ogni cosa. Metti su il bollitore e approfitti dell'attesa per telefonare alla mamma. Lasci il tè in infusione e intanto controlli le notifiche sullo smartphone. E poi accendi la tv, o la radio, o fai partire un video sul tablet, mentre sorseggi il tè.

Ma fatta così, che pausa è? E se il tempo era quello che mi ero concesso per una pausa rigenerante la cosa è alquanto seccante. Il mio quarto d'ora di relax se n'è volato e non mi sono quasi accorta del sapore del mio tè.

Anche senza bisogno di impegnarsi in complicate cerimonie del tè, con qualche semplice istruzione possiamo approfittare della nostra pausa per fare esercizio di consapevolezza.

Prepara il tè come fai di solito, ma impegnati a fare tutto con lentezza. Bandisci la fretta, rallenta i tuoi movimenti abituali e osservali.

Riempi il bollitore, mettilo sul fuoco e attendi ascoltando con attenzione come cambia il rumore dell'acqua mano a mano che la temperatura si alza, fino all'ebollizione.

Prepara l'infuso - con le foglie o con le classiche bustine - e osserva cosa succede. Guarda l'acqua che cambia colore. Respira a fondo l'aroma del tè che comincia a diffondersi.

Versa il tè nella tazza. Poi prendila con tutte e due le mani, sentendo la consistenza liscia della ceramica e il calore che emana. Cerca di essere consapevole del peso della tazza mentre la sollevi per portarla alle labbra. Poi il sapore e il calore del primo sorso di tè in bocca e nella lingua. Deglutisci, consapevole del percorso della bevanda calda nella gola e poi nell'esofago fino allo stomaco.

Resta gentile con te stesso quando ti accorgerai di non riuscire a fare tutto questo in piena concentrazione. Prova a essere consapevole dei pensieri distraenti formulati dalla tua mente. Osservali per un istante e poi lasciali andare per tornare a rivolgere piena attenzione all'esperienza diretta di questo momento: bere il tè.



Faccende domestiche o karmayoga

Quei piccoli e grandi compiti di cui dobbiamo per forza occuparci per mantenere pulito e in ordine l'ambiente in cui viviamo.

Questo è definito Karmayoga: lo Yoga dll'Azione.


Alcuni di questi compiti li facciamo senza particolare sforzo, mentre altri risultano particolarmente odiosi. Non siamo tutti uguali in questo. C'è chi pulisce volentieri il bagno ma odia stirare. Chi ogni mattina ricompone il letto senza nemmeno pensarci ma poi non sopporta sciacquare i piatti e metterli nella lavastoviglie.

Quando siamo alle prese con i compiti che consideriamo noiosi è cercare di farli alla svelta e pensando ad altro, in modo da sfuggire dalla noia e dalla frustrazione.

Per una volta proviamo a fare tutto il contrario. Prendi la faccenda domestica per te più antipatica, quella che fai meno volentieri, e prova a farla in modo consapevole come lavare i piatti.

Riempi con calma il lavello di acqua calda e osserva come si forma la schiuma del detersivo. Immergi le mani e nota la sensazione di calore e la leggera pressione dell'acqua sui guanti di gomma. Prendi la spugna e osserva i movimenti del tuo braccio mentre la passi sulle stoviglie. A volte basterà un tocco leggero, altre volte dovrai fare pressione per strofinare più a fondo.

Quando senti sopraggiungere la noia o la frustrazione, prendine nota mentalmente e prova a lasciarla andare tornando a concentrarti nel compito che stai svolgendo.

Fai lo stesso con i pensieri. Osserva, senza giudicare, la tendenza della tua mente a vagare e riporta la tua attenzione a quel che stai facendo.

Praticamente ogni momento (o quasi) può diventare occasione per allenare la capacità di essere pienamente presenti qui e ora. Basta applicare al compito che stiamo svolgendo questi quattro principi:

Presta attenzione momento per momento a quello che stai sperimentando. Ascolta in particolare le sensazioni del corpo. Riconosci l'attività della tua mente e cerca di non restare incastrato in pensieri che riguardano il passato o il futuro.

Lascia andare le distrazioni e riporta con gentilezza l'attenzione al momento presente.

Osserva questa tua esperienza cercando di non giudicarla. Registra quello che provi cercando di non catalogare tutto come buono o cattivo, piacevole o spiacevole.

Questa pratica può funzionare in diverse situazioni: quando esci per portare fuori il cane, guidando la macchina, mentre ascolti una persona che ti parla, camminando, facendo sport, preparando la cena.

Certo non può sostituire la pratica di meditazione formale. L'ideale è fare entrambe le cose per portare sempre più consapevolezza e attenzione al qui e ora.

Però, se proprio a stare seduto ad ascoltare il tuo respiro non ci riesci, non trovi il tempo, non ne hai voglia, ti viene sonno... puoi sempre ripiegare su queste semplici pratiche di mindfulness.

Forse scopri che ti piace e ti verrà spontaneo approfondire i concetti e la pratica.










Hilmann: Gli “Altri” nei sogni.



Gli “Altri” nei sogni. Chi sono in realtà?

Un’interessante lettura del sogno di James Hillman, che di certo non va ad escludere e a invalidare quelle attualmente usate in clinica e in psicoterapia riguardanti il sogno, ma si aggiunge e amplifica.


Ecco due interessanti estratti che ci dicono come, secondo Hillman, le persone che appaiono nei nostri sogni di notte possano essere ANCHE vere e proprie forze, istanze psichiche archetipiche, abitanti il mondo infero del sogno, dell’inconscio, che utilizzano le nostre “imago” (immagini) delle persone reali che conosciamo durante la vita diurna, per potersi manifestare e dunque agire, produrre effetti sulla psiche del sognatore.
per approfondire suggerisco uno dei più grandi libri di James Hillman sulla Psicologia del sogno, intitolato “Il sogno e il mondo infero”, lo puoi trovare cliccando qui –
«Le persone con le quali ho a che fare nei sogni non sono né rappresentazioni (simulacra) del loro sé vivente, né parti di me. Sono immagini fatte d’ombra che ricoprono ruoli archetipici; sono personae, maschere, nella cui cavità è presente un numen."
Così esprime la stessa tesi Dodds:
“In molti sogni omerici, il dio o eidolon appare al sognatore nelle vesti di un amico vivente ed è possibile che nella realtà i sogni in cui comparivano conoscenti del sognatore venissero interpretati in questo modo.” (…) 
L’immagine onirica di una persona umana non può essere riferita alla persona reale, perché le immagini oniriche fanno parte delle ombre del mondo infero e pertanto si riferiscono a persone archetipiche in sembianze umane. (…)
Il mio vecchio maestro o il mio professore che compaiono in un sogno non rappresentano soltanto una potenzialità intellettuale della mia totalità psichica.

Su un piano più profondo, quella figura è il mentore archetipico, il quale, temporaneamente, in questo sogno, indossa le vesti di quel maestro o di quel professore.

La fidanzatina, o fidanzatino, delle elementari che compare nei miei sogni non è soltanto una particolare tonalità affettiva che potrei scoprire e integrare adesso che divento vecchio. 

A un livello più profondo, quella persona giovane appartenente al passato, che vive nella memoria, è lakore o il puer archetipici che si presentano sotto forma di questo o quel ricordo personale.

Nei sogni, nelle sembianze degli amici incontrati ieri sera, ci vengono a visitare daimones, ninfe, eroine e Dei. (…)
Possiamo mettere a confronto tre modi di considerare le persone del sogno. 
  • il PRIMO, chiamiamolo freudiano, le riconduce all’attualità del giorno mediante le associazioni o mediante l’interpretazione al livello oggettivo: per comprendere le persone dei sogni sono essenziali altre persone.  
  • Il SECONDO modo, che potremmo chiamare junghiano, le riconduce al soggetto, intendendole come espressione dei suoi complessi: per comprendere le persone dei sogni è essenziale la mia personalità.  
  • Il TERZO modo, il metodo archetipico, le riconduce al mondo infero delle immagini psichiche. Le persone del sogno diventano esseri mitici, non tanto perché se ne trovano i paralleli mitologici con l’amplificazione, ma perché si arriva a vedere le persone dell’immaginazione che stanno dietro le maschere personali: per comprendere le persone del mio sogno sono essenziali solo le persone del sogno.»

(James Hillman – Il sogno e il mondo infero – Adelphi edizioni, p.82-83)
    James Hillman
    «Più sogno mia madre e mio padre, mio fratello e mia sorella, mio figlio e mia figlia, meno queste persone reali sono come le percepisco nel mio ingenuo naturalismo letterale e più diventano abitatori psichici del mondo infero.

    Quando appaiono nelle visioni delle mie notti e io macino e digerisco il loro andirivieni, i famigliari diventano familiares, compagni interiori: non sono più esattamente le persone letterali con le quali ho quotidianamente a che fare.

    A poco a poco, la famiglia cessa di essere le persone reali, alle quali devo resistere e con le quali devo competere, per diventare gli antenati viventi, i fantasmi, le ombre, i cui caratteri scorrono nel mio sangue psichico, dandomi sostegno con la loro presenza nei miei sogni. La casa di famiglia si sposta da ge a chthon.

    Quante volte abbiamo sognato quelle vecchie scene famigliari! Ecco la mamma che sgrida, gli occhi incorniciati dagli occhiali, il babbo che volge le spalle, il fratello morto da anni che dorme ancora nel letto accanto. Perchè questo eterno ritornare alle medesime figure? Che cosa vuole la psiche?

    Perché ci riporta passati amori come tormenti attuali? Una notte dopo l’altra, volti a cui avevamo dato il bacio d’addio ritornano a chiedere ancora qualcosa. Di solito, si pensa che tali ripetizioni e insistenze significhino che c’è un complesso irrisolto; ma che cosa dice in realtà questa spiegazione?

    Forse, nei sogni è in corso un lavoro, una prolungata cottura di residui coriacei che scioglie la carne fin troppo soda delle persone ricordate, riducendole ai loro simulacra, a un’ombra di se stesse, affinchè possano andarsene, liberate dal nostro attaccamento, e noi si possa vivere in loro presenza non più oppressi dalla loro vita.

    Queste figure sono qualcosa di più che complessi irrisolti; sono anche sostanze emotive sottoposte al processo del fare anima.»

    (James Hillman – Il sogno e il mondo infero – Adelphi edizioni, p.122-3)

    2018 - Seminario Potere e Libertà

                      Seminario Potere e Libertà 
    attraverso lo Yoga e il Tantra

    12 - 19 agosto 2018

    Podere  Campopiano - Cecima (PV)


    Il seminario dal titolo "Libera la tua saggezza: Potere e libertà attraverso lo Yoga e il Tantra" si articola in due lezioni teorico-pratiche giornaliere con approfondimento monografico della durata di due ore al mattino e di un'ora e mezza alla sera. 

    Il programma dettagliato delle lezioni e delle attività collaterali verrà trasmesso ai soli iscritti prima del soggiorno.

    L'attività si svolge nell'Oltrepò pavese (Bassa Lombardia) ed è ospitata da Podere Campopiano, meravigliosa oasi di pace e serenità. Nel tempo libero sarà possibile visitare i borghi limitrofi (Varzi, Volpedo ecc.), fare trekking, beneficiare delle cure termali a Salice Terme, ricevere trattamenti ayurvedici e Kobido, richiedere letture astrologiche, partecipare alle attività extraseminariali quali degustazioni di prodotti del territorio, cene a tema, sessioni di mindfulness legate al cibo, conferenze sull'ipnosi evocativa ecc.


    La proposta è riservata ai soci delle a.s.d. "Il Cuore dello Yoga" e "La Voce della Luna" (affiliate CONI - US ACLI) comprende il seminario di Yoga e la sistemazione degli ospiti in stanze doppie o triple e comprende tutti i pasti (colazioni, pranzi e cene): la cucina è vegetariana e utilizza prodotti del territorio. Particolari necessità di dieta (celiachia, intolleranze ecc.) possono essere soddisfatte comunicandole con anticipo.

    Le iscrizioni sono aperte fino al 1° agosto 2018 e si intendono perfezionate solo dopo il versamento della caparra. Agevolazioni per quanti si iscrivono entro il 12 giugno. La partecipazione è riservata ad un numero massimo di 18 persone preferibilmente con almeno un anno di pratica pregressa nella disciplina.

    Il seminario è ideato e condotto da:
    - Simona Mocci, diplomata presso l'Istituto Yoga di Carlo Patrian e la S.I.Y.R. (Scuola Insegnanti Yoga Ratna). Master in Massaggio Ayurvedico, è counselor ad indirizzo gestaltico integrato. Formatrice presso scuole di formazione per insegnanti Yoga e socia YANI (Ass. Naz. Insegnanti Yoga). 
    - Silvia Canevaro, laureata in filosofia e psicopedagogia, è diplomata in Hatha e Raja Yoga. Specializzata in Yoga prenatale, Yoga per la terza età, Yoga Accessibile e Nada Yoga, pratica il massaggio ayurvedico e il massaggio Kobido. È socia YANI.

    Thich Nhat Hanh: La presenza mentale

    Cos’è la presenza mentale? E’ la capacità di essere consapevoli di tutto quello che sta accadendo, dentro e fuori di noi, momento per momento: il mio stato d’animo, i pensieri, la sensazione delle spalle contratte, l’attenzione a ciò che sto facendo, il rumore delle auto, la presenza delle persone intorno a me. 
    La presenza mentale è una qualità innata, potenzialmente presente in ciascuno di noi, e che tutti abbiamo sperimentato in alcuni momenti. 
    Di solito però non è questo lo stato ordinario della nostra mente di esseri umani: come abbiamo visto nei video precedenti, la nostra attenzione durante la giornata è quasi sempre dispersa, passa continuamente da un pensiero a un altro, o si occupa di più cose contemporaneamente. 
    Quando siamo nella presenza mentale, abbiamo sensazioni di chiarezza, lucidità, sentiamo l’esperienza in modo più vivido. Ci sentiamo più vivi.
    La pratica della presenza mentale insegnata dal maestro di meditazione dhyana (chan in cinese, thien in vietnamita e zen in giapponese) Thich Nhat Hanh sottolinea il ritorno al respiro consapevole, in ogni istante della propria vita, per potersi fermare (samatha) e guardare in profondità (vipasyana). 

    La meditazione seduta, ma anche la meditazione camminata, la meditazione del lavoro, la meditazione del pasto, la consapevolezza nel mettersi in comunicazione con gli altri, sono alcuni dei mezzi abili per poter assumere uno stile di vita "meditativo".

    Thich Nhat Hanh esorta inoltre a essere totalmente attenti e consapevoli in tutti i momenti della giornata - sia quando si lavora che quando si cucina, si lavano i piatti o si va in bagno - e a fare attenzione ai piccoli richiami che ci aiutano a far tornare al "qui e ora" la mente sempre distratta. 



    Ogni volta che suona una campana o il telefono si respira tre volte, con la raccomandazione di sorridere (anche se si è tristi, perché il sorriso influisce sullo stato d'animo), e si recita in silenzio una breve poesia:
    "Ascolta, ascolta questo suono meraviglioso mi riporta alla mia vera casa."
    Anche il semaforo rosso può diventare un amico che ci ricorda di fermarci e ritornare a noi stessi.

    Meditazione Seduta

    Sedere in meditazione è come ritornare a casa per dare piena attenzione al nostro sé e prendercene cura. Possiamo irradiare pace e stabilità proprio come il Buddha nelle molte immagini che lo ritraggono.

    Sediamo in posizione eretta con grande dignità e ritorniamo al nostro respiro. Portiamo piena attenzione a ciò che è in noi e a ciò che ci circonda. Lasciamo che si crei spazio nella nostra mente e che il nostro cuore diventi leggero e tranquillo.

    La meditazione seduta è di enorme beneficio. Ci accorgiamo che possiamo tranquillamente stare con ciò che è in noi - dolore, rabbia, irritazione, o gioia, amore e pace. Stiamo con quello che c'è senza esserne trasportati via.

     Lo lasciamo venire, lo lasciamo rimanere e, poi, lo lasciamo andare. 


    Non c'è alcun bisogno di scacciare, di reprimere o di fare finta che i nostri pensieri non ci siano. Osserviamo i pensieri e le immagini della nostra mente con occhio amorevole e con accettazione. Abbiamo la libertà di starcene fermi e calmi nonostante le tempeste che possono sorgere in noi.

    Se durante la seduta le gambe o i piedi si addormentano, sentiti libero di modificare dolcemente la posizione. Puoi continuare a seguire il respiro e, lentamente e con attenzione, cambiare posizione. 

    Che tu sia seduta su un cuscino, un panchetto, una sedia, o direttamente sul pavimento, siedi in modo da stare comoda. Cerca, senza sforzarti troppo, di tenere la schiena diritta, in modo che l'aria possa entrare e uscire con facilità dai polmoni e dal diaframma. Se possibile, inspira ed espira attraverso le narici, respirando in modo dolce e impercettibile.

    Meditazione Camminata all'Interno

    Tra una sessione di meditazione seduta e l'altra, per sciogliere un po' il corpo e per praticare la consapevolezza in movimento, pratichiamo Kinh Hanh, una meditazione camminata lenta. Camminiamo insieme, in senso orario, facendo un passo a ogni inspirazione e uno a ogni espirazione. 


    Prova a portare l'attenzione al contatto dei piedi con il pavimento. Puoi iniziare a camminare con il piede sinistro, inspirando e dicendo in silenzio `inspiro'. Poi, quando il piede destro avanza e tocca il pavimento, puoi dire dentro di te`espiro'.

    Meditazione Camminata all'Aperto


    Ovunque camminiamo, possiamo praticare la meditazione camminata. Ciò significa semplicemente sapere che stiamo camminando: lo scopo della meditazione camminata è solo camminare, essere nel momento presente, consapevoli del nostro respiro e del nostro camminare. 

    Non c'è bisogno di arrivare da nessuna parte. Camminiamo liberi e stabili, senza fretta. Siamo presenti ad ogni passo. E quando desideriamo parlare, ci fermiamo e diamo piena attenzione all'altra persona, alle nostre parole e all'ascolto.

    Camminare in questo modo non dovrebbe essere un privilegio. Dovremmo poterlo fare in qualsiasi momento. Ci guardiamo attorno e vediamo quanto vasta sia la vita, vediamo gli alberi, le nuvole bianche e il cielo senza limiti. Ascoltiamo il canto degli uccelli. Sentiamo la freschezza della brezza. La vita ci circonda e noi siamo vivi, in buona salute e in grado di camminare in pace.

    Camminiamo come persone libere e sentiamo i nostri passi farsi più leggeri. Godiamo di ogni passo che facciamo. Ogni passo ci nutre e ci guarisce. Camminando, lasciamo l'impronta della nostra gratitudine sulla terra.

    Camminiamo più lentamente del solito, anche se un po' più veloci di quando facciamo kin hanh nella sala di meditazione. Nel camminare, coordiniamo il respiro con i passi. Nel far questo può esserci d'aiuto l'uso di una gatha. Facciamo due o tre passi per ogni inspirazione ed espirazione:

    Sono arrivato (inspirando)
    Sono a casa (espirando)
    Nel qui (inspirando)
    E ora (espirando)
    Se camminiamo in salita è probabile che i polmoni richiedano di fare due passi a ogni inspirazione e due passi a ogni espirazione. Adattiamo dolcemente la pratica alla richiesta dei nostri polmoni, in qualunque momento, qualunque essa sia. Scrolliamoci di dosso ogni preoccupazione e ansia.

    Camminando potresti voler stringere la mano di un amico e sentire così tutta la felicità per la sua presenza accanto a te. Di quando in quando, vedendo qualcosa di bello - un albero, un fiore, un farfalla - vorrai fermarti ad osservare meglio. Nel guardare, continua a seguire il respiro, in modo da non essere catturato dai tuoi pensieri e perdere così la vista di quel bel fiore.



    Mangiare Insieme


    Nella meditazione del pasto mangiamo in silenzio. Questo ci permette di gustare realmente il cibo e di entrare profondamente in contatto con le persone che ci siedono attorno. La prima volta che ti capiterà di mangiare in silenzio potrà sembrarti strano o innaturale, ma dopo un po' ti accorgerai che un pasto in silenzio può dare molta felicità, pace e comprensione profonda.

    Mangiare insieme è una vera e propria meditazione. Possiamo iniziare a praticare fin da quando ci serviamo da mangiare: riempiendo il piatto siamo consapevoli che molti elementi - pioggia, sole, terra, aria e amore - sono riuniti a formare quel cibo meraviglioso. Vediamo che attraverso quel cibo l'intero universo sostiene la nostra esistenza.

    Mentre ci serviamo siamo consapevoli degli amici che ci circondano, e prendiamo la quantità di cibo che è giusta per noi. Prima di iniziare a mangiare la campana viene invitata a suonare tre volte, e possiamo allora godere del nostro respiro mentre pratichiamo le cinque contemplazioni del cibo:
    • Questo cibo è un dono della terra, del cielo e di tanti esseri viventi, ed è frutto di molto duro lavoro fatto con amore.
    • Che noi possiamo mangiarlo in consapevolezza e gratitudine, così da essere degni di riceverlo.
    • Che possiamo riconoscere e trasformare le formazioni mentali non salutari, in particolare l’avidità, e imparare a mangiare con moderazione.
    • Che possiamo mantenere viva in noi la compassione, alimentandoci in un modo che riduca la sofferenza degli esseri viventi, protegga il nostro pianeta e inverta il processo di riscaldamento globale.
    • Accogliamo questo cibo per coltivare la fratellanza, rafforzare il Sangha e nutrire la nostra aspirazione a essere al servizio degli esseri viventi.
    • Mangiamo lentamente, provando a masticare ogni boccone almeno 30 volte.
    • Godiamo di ogni boccone e della presenza dei fratelli e delle sorelle di Dharma attorno a noi. Stabiliamoci nel momento presente, mangiando in modo che durante il pasto possano realizzarsi stabilità, gioia e pace. 
    • Mangiando in silenzio il cibo viene reso più reale dalla nostra presenza mentale, e siamo consapevoli del suo nutrimento.
    Dopo aver finito il pasto, prendiamoci qualche momento per essere consapevoli di aver finito, consapevoli che la nostra scodella è vuota e la fame soddisfatta. 

    Renderci conto della fortuna di aver avuto quel cibo nutriente da mangiare, cibo che ci sostiene sul sentiero della comprensione e dell'amore, ci riempie di gratitudine.






    2018 - ABC SALUTE Wellness Week

    ABC Workshop Avventura Benessere from Sahaj on Vimeo.



    ABC SALUTE 
    Wellness Week 

    in campagna dal 25 al al 31 agosto 

    Una settimana nella natura di Podere Campopiano alla ricerca del wellness, del benessere, dello star bene.

    ABC Avventura Benessere Cucina organizzato e condotto da Jenny Sugar e Sahaj Bez.

    Concediti una settimana di benessere mente, corpo e spirito attraverso la conoscenza di una stupenda cucina sana e facili tecniche per entrare in sinergia con mente e corpo.

    Chi mangia in modo consapevole riconosce che non c’è un modo giusto o sbagliato di mangiare ma diversi tipi di esperienze legate alla nutrizione.

    Chi tiene al proprio wellness, mangia in modo consapevole ottenendo numerosi benefici sulla salute fisica e mentale tra cui:

    Mangiare meno con più soddisfazione
    Modificare le scelte e i comportamenti alimentari
    Diventare consapevole dei pensieri ed emozioni legati al cibo
    Sentire che il proprio corpo lavora meglio
    Piacere di più a se stessi, quindi essere più felici
    Comprendere il legame tra la terra, gli esseri viventi e le scelte alimentari.
    Il programma è incentrato su attività quotidiane miranti al wellness che comprendono:

    Sessioni di Meditazione-Mindfulness, Yoga ed altro ancora per praticare la presenza mentale
    Workshop informativi sulla nutrizione preventiva e curativa a base vegetale e integrale
    Lezioni di cucina sana: preventiva, curativa e … deliziosa
    Passeggiate guidate nei dintorni, da turisti o nel bosco, con mindfulness
    Alimentazione basata su una deliziosa e salutare cucina con prodotti biologici locali e di stagione
    Serate a tema, divertenti e formative

    ABC WORKSHOP WEEK - AGOSTO 2018


    I workshop culinari riguarderanno la parte teorica e pratica della nutrizione e cucina vegan-smart (whole plant based) per l’ottenimento del wellness individuale e del gruppo:

    • Le basi per la nutrizione vegana-integrale: cosa e perché
    • Le basi per la cucina vegana-integrale: scoprire e utilizzare i nuovi e variegati ingredienti vegetali e le sane tecniche per cucinarli, anche crudismo e detox
    • Diverse ricette di cucina italiana in versione vegan–whole: come veganizzare le nostre ricette di prima
    Utilizzare quanto appreso per creare un percorso nuovo

    I Conduttori

    SAHAJ BEZ: dopo una lunga esperienza professionale in psicologia della comunicazione ha approfondito gli studi di Manas Vidya, la conoscenza della mente secondo l’Ayurveda, della filosofia Sāṃkhya e delle Sacre Scienze Vediche, sia in Italia che in India.

    Propone da molti anni incontri di Meditazione e Consapevolezza in accordo con gli insegnamenti ricevuti dagli amati maestri che ha incontrato.

    JENNY SUGAR: dopo specifica formazione e esperienza nel campo dell’alimentazione sana si occupa di cibo e salute facendo Coaching personale e aziendale, tenendo Consulenze rivolte a diversi Professionisti del settore food/benessere e organizzando Workshop e Corsi di cucina per offrire l’approccio pratico necessario. Nata in una famiglia di pasticcieri e cioccolatieri, iniziando giovanissima e poi staccando per molti anni per riprendere nel 1999 con Sugartree a Milano.

    E quindi il grande viaggio alla ricerca di mente sana in corpo sanoche ha convertito il mio modo di nutrirmi: prima vegetariana e poi vegana–integrale detta “whole” con il corso di nutrizione SHARAN in India.

    Infine la conferma in ambito scientifico con il diploma di Plant Based Nutrition ottenuto nel 2014 dal Centro di Studi Nutrizionali T. Colin Campbell e l’Università di Cornell. Nel 2015 la certificazione Food for Life di PCRM a Washington DC e poco dopo quella del programma di formazione SHARAN in India.

    Oggi come Health and Food Coach, Consulente e Teacher porta benessere e qualità della vita con il cibocurativo: proveniente dal mondo vegetale, sempre integrale, integro, non raffinato e minimamente processato. Condividendo quanto imparato ed interiorizzato non solo in relazione a come e quali cibi mangiare, ma anche a come prepararli: cotti o semplicemente crudi.

    INFORMAZIONI & ISCRIZIONI

    Il periodo proposto va dalle 10:00 del 25 agosto fino alle 19:00 del 31 agosto

    Il prezzo è omnicomprensivo di: vitto, alloggio, corsi, meditazioni, yoga e tempo libero.

    Per le modalità di pagamento, informazioni sconto del 10% per chi prenota e paga entro il 25 luglio, richiesta di visionare il programma dettagliato, abbigliamento consigliato, come arrivarci senza macchina e altre domande: contattate o chiamate Jenny qui www.jennysugar.com 

    2018 - Caccia all'Anima con Apurva Mastinu


    RITUALE CACCIA ALL'ANIMA 

    Approfondiremo l’uso di altre pratiche sciamaniche come la Caccia all’anima e riconnessione con il proprio Spirito Animale,  Viaggio Sciamanico e Meditazione.
    Questo antico metodo sciamanico ha un immediato valore, un efficacia nel trasformare e guarire molti traumi interiori della vita di ognuno di noi. 





    Questo metodo è in grado di trasformare ogni sorta di trauma, maggiore o minore. 

    Queste esperienze traumatiche sono impresse in noi così profondamente che è irrilevante la differenza culturale o religiosa, e questoè il motivo per cui ritroviamo tale pratica in molte culture del mondo. 
    La perdita di anima crea malessere emozionale e psicologico. Noi abbiamo dottori per le corpo, per il cuore e per la mente ma non abbiamo ancora identificato dei metodi semplici e validi per guarire il nostro spirito interiore quando è afflitto, alienato. 

    In queste culture, questo particolare aspetto di malattia spirituale viene affrontato con la pratica della caccia all'anima o anche detta "ritorno d'anima”  cioè riportare a noi o restituire ciò che chiamiamo “parti di anima”. 
    Il risultato è una profonda sensazione di rilassamento e radicamento. Calma e presenza.




    RITUALE DI TRANCE DANCE

    Se ami la danza e lo sciamanesimo questa è un'esperienza che non devi farti scappare in nessun modo! 

    La Trance dance è un rituale di guarigione sciamanica, che permette di rilasciare o trasformare i blocchi e le ferite 

    che ancora ci limitano nella vita di tutti i giorni. Risveglia l'energia vitale repressa o bloccata, dona presenza forza e calma. Danzare in trance è una delle più grandi gioie della vita accessibile ad ogni essere umano. 

    Quando danziamo scompaiono le differenze ed i vari strati di identificazione perché la danza come la musica sono linguaggi universali, insiti in ogni essere umano. Questo antico rituale contemporaneizzato usa la danza come mezzo di connessione con la propria interiorità e le forze della natura e della vita. Gli elementi che permettono di raggiungere uno stato di coscienza estatico sono: Il respiro, il movimento libero ed il suono.
    “I nostri antenati sciamani utilizzavano la Trance Dance come strumento di trasformazione e per aprirsi all'estasi interiore. Muovendo liberamente  il corpo al ritmo delle percussioni e respirando scivolerai in uno stato di coscienza estatico ed assolutamente naturale, espandendo la tua percezione, dilatando lo spazio ed il tempo. Danzerai seguendo differenti ritmi risvegliando in te antiche memorie e sbloccherai il flusso vitale attraverso lo scioglimento di tensioni. Un forte senso di unità ti pervaderà riconducendoti al tempo presente. Compiremo un viaggio attraverso differenti culture e suoni di tutto il pianeta.”  

    APURVA

    Impareremo differenti tecniche di respirazione e altre pratiche atte a donarci chiarezza e spazio interiore.
    Che cosa è uno stato di coscienza denominato "Trance"?
    • Nel mondo dello sciamanesimo cosa significa "andare in Trance"?
    • Come accade e perché è importante?
    • Cosa succede al nostro cervello e alla nostra coscienza/percezione quando siamo in uno stato di trance o profonda meditazione?
    • Come possiamo esplorare differenti realtà e divenire più consapevoli di chi noi siamo veramente, al di là delle possibili superficiali identificazioni?
    • Questa esperienza può essere utilizzata in modi creativo per migliorare la qualità della nostra vita?

    2018 - ABC SALUTE Wellness Week a Campopiano





    ABC SALUTE  
    Wellness Week in campagna 
    dal 25 al al 31 agosto 2018

    Una settimana nella natura di Podere Campopiano
    alla ricerca del wellness, del benessere, dello star bene.

    ABC Avventura Benessere Cucina organizzato e condotto 
    da Jenny Sugar e Sahaj Bez.

    Concediti una settimana di benessere mente, corpo e spirito attraverso la conoscenza di una stupenda cucina sana e facili tecniche per entrare in sinergia con mente e corpo.

    Chi mangia in modo consapevole riconosce che non c’è un modo giusto o sbagliato di mangiare ma diversi tipi di esperienze legate alla nutrizione.

    Chi tiene al proprio wellness, mangia in modo consapevole ottenendo numerosi benefici sulla salute fisica e mentale tra cui:
    • Mangiare meno con più soddisfazione 
    • Modificare le scelte e i comportamenti alimentari 
    • Diventare consapevole dei pensieri ed emozioni legati al cibo 
    • Sentire che il proprio corpo lavora meglio 
    • Piacere di più a se stessi, quindi essere più felici 
    • Comprendere il legame tra la terra, gli esseri viventi e le scelte alimentari. 

    Il programma è incentrato su attività quotidiane miranti al wellness che comprendono: 
    • Sessioni di Meditazione-Mindfulness, Yoga ed altro ancora per praticare la presenza mentale
    • Workshop informativi sulla nutrizione preventiva e curativa a base vegetale e integrale 
    • Lezioni di cucina sana: preventiva, curativa e … deliziosa 
    • Passeggiate guidate nei dintorni, da turisti o nel bosco, con mindfulness 
    • Alimentazione basata su una deliziosa e salutare cucina con prodotti biologici locali e di stagione 
    • Serate a tema, divertenti e formative 

    ABC WORKSHOP WEEK - AGOSTO 2018

    I workshop culinari riguarderanno la parte teorica e pratica della nutrizione e cucina vegan-smart (whole plant based) per l’ottenimento del wellness individuale e del gruppo:
    • Le basi per la nutrizione vegana-integrale: cosa e perché
    • Le basi per la cucina vegana-integrale: scoprire e utilizzare i nuovi e variegati ingredienti vegetali e le sane tecniche per cucinarli, anche crudismo e detox
    • Diverse ricette di cucina italiana in versione vegan–whole: come veganizzare le nostre ricette di prima
    Utilizzare quanto appreso per creare un percorso nuovo

    I Conduttori


    SAHAJ BEZ: dopo una lunga esperienza professionale in psicologia della comunicazione ha approfondito gli studi di Manas Vidya, la conoscenza della mente secondo l’Ayurveda, della filosofia Sāṃkhya e delle Sacre Scienze Vediche, sia in Italia che in India.

    Propone da molti anni incontri di Meditazione e Consapevolezza in accordo con gli insegnamenti ricevuti dagli amati maestri che ha incontrato.



    JENNY SUGAR: dopo specifica formazione e esperienza nel campo dell’alimentazione sana si occupa di cibo e salute facendo Coaching personale e aziendale, tenendo Consulenze rivolte a diversi Professionisti del settore food/benessere e organizzando Workshop e Corsi di cucina per offrire l’approccio pratico necessario. 

    Nata in una famiglia di pasticcieri e cioccolatieri, iniziando giovanissima e poi staccando per molti anni per riprendere nel 1999 con Sugartree a Milano. 

    E quindi il grande viaggio alla ricerca di mente sana in corpo sanoche ha convertito il mio modo di nutrirmi: prima vegetariana e poi vegana–integrale detta “whole” con il corso di nutrizione SHARAN in India.

    Infine la conferma in ambito scientifico con il diploma di Plant Based Nutrition ottenuto nel 2014 dal Centro di Studi Nutrizionali T. Colin Campbell e l’Università di Cornell. Nel 2015 la certificazione Food for Life di PCRM a Washington DC e poco dopo quella del programma di formazione SHARAN in India.

    Oggi come Health and Food Coach, Consulente e Teacher porta benessere e qualità della vita con il cibocurativo: proveniente dal mondo vegetale, sempre integrale, integro, non raffinato e minimamente processato. Condividendo quanto imparato ed interiorizzato non solo in relazione a come e quali cibi mangiare, ma anche a come prepararli: cotti o semplicemente crudi.


    INFORMAZIONI & ISCRIZIONI

    Il periodo proposto va dalle 10:00 del 25 agosto fino alle 19:00 del 31 agosto

    Il prezzo è di 750 euro omnicomprensivo di tutto: vitto, alloggio, corsi, meditazioni, yoga e tempo libero.

    Per le modalità di pagamento, informazioni sconto del 10% per chi prenota e paga entro il 25 luglio, richiesta di visionare il programma dettagliato, abbigliamento consigliato, come arrivarci senza macchina e altre domande: 
    contattate o chiamate Jenny qui www.jennysugar.com
    o al telefono 348 5240608. Grazie!
    La settimana ABC è riservata ai soci dell’Associazione Podere Campopiano ed è compresa nella quota di iscrizione. Per informazioni chiamate Sahaj 335 8128628

    Come raggiungere Campopiano

    Qui la mappa di Google

    Località Campopiano, 27050 Cecima Pavia, Lombardia, Italy

    In Auto:

    dalla A21 TORINO PIACENZA, uscita Voghera, dalla A7 MILANO GENOVA, uscita Casei Gerola. Seguire sempre per Salice Terme. Dopo Salice proseguire sulla statale del Monte Penice. Superare Godiasco e San Desiderio. Dopo San Desiderio proseguire per altri 3 chilometri fino al bivio per Cecima, svoltare a destra, poi subito a destra dopo il ponte sul fiume. Seguire la strada tra i campi per circa un chilometro e svoltare a sinistra all¹indicazione Campopiano. 
    BUON VIAGGIO!!!

    James Hillman: Anima e Carattere




    Uno Psicologo parla ai Genitori 
    dell'Anima, del Carattere e della Vocazione
    di Scott London (Traduzione di Rinaldo Lampis)


    James Hillman è stato descritto alternativamente come uno psicologo indipendente, un mago, un visionario, un maniaco e un Re-filosofo contemporaneo. Ha studiato con il grande psichiatra svizzero Carl Jung ed ha insegnato in varie università americane.

    Malgrado queste credenziali, Hillman è lontano dall'essere considerato una figura appartenente al mondo della psicologia. Infatti è visto da molti suoi colleghi come un pensatore profondamente sovversivo, una spina nel fianco degli psicologi rispettabili.

    Come fondatore della "psicologia archetipica", una scuola di pensiero diretta a revisionare e "reimmaginare" la psicologia, Hillman crede che la psicologia debba evolversi oltre il suo "riduzionismo" presente ed abbracciare teorie sullo sviluppo umano.

    Dagli anni sessanta ha scritto, insegnato e tenuto conferenze sulla necessità di portare le terapie fuori dalle sale di consulenza e nella realtà del mondo. "La psicologia si è ridotta ad una ricerca banale ed egocentrica, egli afferma, piuttosto che ad un'esplorazione dei misteri della natura umana".

    Uno dei più grandi di questi misteri, secondo Hillman, è la questione del carattere e del destino. Nel suo recente bestseller "Il Codice dell'Anima" afferma che il nostro carattere e la nostra vocazione di vita sono qualità innate e che è la missione della nostra vita realizzare quelle spinte. La chiama "la teoria della ghianda", l'idea che le nostre vite sono formate da un'immagine particolare, come il destino della quercia è contenuto nella piccola ghianda. Ecco il suo pensiero:

    SCOTT LONDON: Non sei una figura molto popolare con i tuoi colleghi.

    JAMES HILLMAN: Non sono critico verso le persone che fanno psicoterapia. Il terapeuta è come nella trincea, perché deve fronteggiare un terribile ammontare dei fallimenti sociali, politici ed economici del nostro sistema. Si deve occupare di tutti i rifiuti e i fallimenti umani; lavora duro senza molti riconoscimenti e le ditte farmaceutiche stanno tentando di eliminarlo.

    Così, certamente, non sto attaccando loro, sto attaccando la teoria dietro la psicoterapia, perché vede ogni problema come soggettivo, personale, mentre i problemi spesso provengono anche dall'ambiente esterno.

    Quello che intendo dire è che, se un bambino ha dei problemi o è scoraggiato, il problema non è solo dentro il bambino; è anche nel sistema, nella società.

    LONDON: Allora non puoi aggiustare la persona senza aggiustare la società.

    HILLMAN: Non necessariamente. Ma non credo che possano esserci dei miglioramenti finché le idee non cambiano. Il punto di vista occidentale abituale è credere che qualcosa sia sbagliato nella persona. Trattiamo le persone allo stesso modo con il quale trattiamo l'automobile.

    Portiamo il povero bambino da un medico e gli chiediamo: "Che problema ha? Quanto mi costerà? Quando posso tornare a riprendermelo?"

    Non possiamo cambiare qualcosa finché non abbiamo delle idee fresche, finché non iniziamo a vedere le cose in maniera diversa.

    Il mio obiettivo è quello di creare una "terapia di idee", di cercare di portare nuove idee, così che possiamo vedere gli stessi problemi in modo diverso.

    LONDON: Quindi non ti piace molto il solito approccio psicoterapeutico.

    HILLMAN: La psicologia contemporanea mi irrita molto con le sue idee sempliciotte sulla vita umana e con il suo vuoto. Nella cosmologia dietro la psicologia non c'è ragione per nessuno di esistere o di fare qualcosa.

    Siamo il prodotto del Big Bang, avvenuto miliardi di anni fa, che alla fine ha prodotto la vita, che alla fine ha prodotto esseri umani, e via dicendo.

    E io? Io sono un caso— un risultato— e perciò una vittima.

    LONDON: Nel "Codice dell'Anima" parli di qualcosa che chiami la teoria della ghianda. Che cos'é?

    HILLMAN: E' più un mito che una teoria. E' un mito di Platone, secondo il quale tu vieni in questo mondo con un destino, anche se usa la parola paradigma invece di destino. La teoria della ghianda dice che esiste un'immagine individuale che appartiene alla tua anima.

    Lo stesso mito esiste nella Kabalah. Anche i mormoni ce l'hanno. Gli africani ce l'hanno. Gli induisti ed i buddisti l'hanno in maniera diversa— lo legano più alla reincarnazione e al karma— ma anche lì arrivi in questo mondo con un destino particolare. E' ben radicato negl'indiani d'America.

    Così tutte queste culture in tutto il mondo hanno una comprensione simile dell'esistenza umana. Solo la psicologia occidentale non ce l'ha.

    LONDON: Che conseguenze hanno le tue idee per i genitori?

    HILLMAN: Penso che quello che dico possa sollevarli grandemente e far loro desiderare di prestare più attenzione al loro figlio, a questo straniero particolare che è "atterrato" tra di loro.

    Invece che dire: "questo è mio figlio", devono chiedersi: "Chi è questo figlio che risulta essere mio?"

    Così possono sviluppare molto più rispetto per il bambino e cercare di stare vigili per occasioni nelle quali il suo destino possa mostrarsi— come una resistenza alla scuola, per esempio, o degli strani sintomi, o un'ossessione verso qualcosa. Forse noterebbero qualcosa d'importante che prima non avrebbero notato.

    LONDON: A volte dei sintomi possono essere visti come debolezze.

    HILLMAN: Certo. Così si inizia qualche programma medico o di psicoterapia per eliminare quelle debolezze, mentre la manifestazione di quei sintomi può essere l'aspetto più cruciale di quel bambino. Ci sono molte storie nel mio libro che mostrano questo.

    LONDON: Quanta resistenza incontri alla tua idea che siamo noi a scegliere i nostri genitori?

    HILLMAN: Beh, fa arrabbiare molte persone che odiano i loro genitori, o che hanno avuto genitori indifferenti o crudeli o che hanno abusato di loro.

    Ma è interessante come, se ti soffermi sull'idea, ti può liberare da una grande quantità di colpe, di risentimenti e di fissazioni verso i tuoi genitori.

    LONDON: Ho avuto una lunga discussione sul tuo libro con un'amica che è madre di una bambina di sei anni. E' d'accordo che sua figlia abbia un potenziale unico, forse anche un "codice"; è diffidente invece su ciò che questo significhi in pratica. Ha paura che potrebbe gravare la bambina di molte aspettative.

    HILLMAN: Quella è una madre intelligente. Penso che l'atmosfera peggiore di crescita per un bambino di sei anni sia quella nella quale non ci siano aspettative di alcun genere. E' brutto crescere in un vuoto dove "qualsiasi cosa che fai va bene, tanto sono sicuro che avrai comunque successo".

    Quelle sono dichiarazioni di disinteresse. Dice: "In realtà non ho nessuna fantasia su di te". Una madre dovrebbe avere qualche fantasia sul futuro del proprio figlio. Per prima cosa aumenterebbe il suo interesse verso il figlio. Il punto non è volgere la fantasia verso un programma che faccia diventare, per esempio, astronauta quel bambino.

    Quella sarebbe la realizzazione dei sogni dei genitori. Quello è diverso.

    Avere una fantasia — che il bambino cercherà di realizzare o verso la quale si ribellerà furiosamente— almeno fornisce al bambino qualche aspettativa da realizzare o da rifiutare.

    LONDON: Cosa ne pensi dell'idea di far fare ai bambini dei test attitudinali?

    HILLMAN: L'attitudine può mostrare la tendenza, ma non è il solo indicatore. Curiosamente, l'inettitudine o la disfunzione possono rilevare la tendenza più di quanto possa il talento. O ci può essere una formazione caratteriale più lenta.

    LONDON: Qual'è il primo passo per comprendere il proprio destino?

    HILLMAN: E' importante chiedersi:" Come sono utile agli altri? Cosa vogliono gli altri da me?" Quelle domande potrebbero rivelare perché se quì.

    LONDON: Hai anche scritto che "il grande compito di ogni cultura è quello di mantenerci collegati agli aspetti invisibili". Che cosa intendi?

    HILLMAN: E' un'idea difficile da presentare senza lasciare la psicologia ed entrare nel religioso. Non parlo di chi potrebbero essere gli invisibili o dove vivono o cosa vogliono. Non c'è una teologia su questo. Ma è l'unico modo che noi, esseri umani, abbiamo per estricarci dall'essere uomo-centrici e per restare collegati a qualcos'altro oltre l'umano.

    LONDON: Dio?

    HILLMAN: Si, ma non deve essere così elevato.

    LONDON: Il nostro richiamo di vita?

    ILLMAN: Penso che il primo passo sia l'accettazione che ciascuno di noi abbia questa cosa. Poi possiamo guardare indietro alla nostra vita e osservare gli incidenti e curiosità e stranezze e problemi e malattie, ed iniziare a vedere in quelle cose più di quanto abbiamo visto prima.

    L'accettazione che tutti noi abbiamo un codice può sollevare delle domande, così che, quando accadono degli strani, piccoli incidenti, ti chiedi se nella tua vita ci sia in azione anche qualcos'altro. Non deve necessariamente essere un'uscita dal corpo durante un'operazione chirurgica, una cosa eclatante; o un tipo di magia elevata alla quale la nuova era spera di convincerci.

    E' più una sensibilità, del tipo che possiede la persona che vive in una cultura tribale. Il concetto che ci sono altre forze al lavoro. Un modo di vivere più reverente.

    LONDON: Sei un critico della nuova era. Eppure ho notato che alcuni dei recensori del tuo libri ti hanno messo nella categoria della nuova era.

    HILLMAN: Quei critici dovevano essere dalla parte della scienza. Per loro, il libro deve essere o scienza o nuova era. E' molto difficile nella nostra società fatta di contrapposti trovare una terza via.

    Prendi i media: ogni notizia è presentata sempre come una persona contro un'altra, del tipo: "ascoltiamo ora l'opinione dell'opposizione". Non c'è mai un terzo punto di vista.

    Il mio libro è su una terza opinione. Dice, sì, c'è la genetica. Sì, ci sono i cromosomi. Sì, c'è la biologia. Sì, c'è l'ambiente, la sociologia, i genitori, l'economia, le classi e tutte quelle cose. Ma c'è anche qualcos'altro. Così, se guardi il libro dalla parte della scienza, lo vedi come "new age". Se lo vedi dal punto di vista della nuova era, dici che non si spinge abbastanza. Che è troppo razionale.

    LONDON: Goethe diceva che la felicità più grande risiede nel praticare un talento che fa parte della nostra natura. Come cultura siamo così infelici perché siamo dissociati dai nostri talenti naturali, dal nostro codice dell'Anima?

    HILLMAN: Siamo avviliti perché abbiamo solo un dio, e questo è l'economia. L'economia è un aguzzino. Nessuno ha tempo libero; nessuno ha riposo. L'intera cultura è sotto una pressione terribile, intessuta com'è di preoccupazioni. E' difficile uscire da questa prigione. Inoltre, vedo la felicità come la conseguenza di ciò che fai. E' impossibile cercare d'ottenerla direttamente.





    This Q&A was adapted from the public radio series "Insight & Outlook." This translation was made from the original English. It's also available in Spanish(translated by Enrique Eskenazi). An expanded version of the interview — with additional questions contributed by journalist Russ Spencer — appeared in the March 1998 issue of The Sun magazine under the title, "From Little Acorns: A Radical New Psychology."